Succede in Canavese

Per dare un’idea di quanto questa realtà sia allarmante anche nel nostro territorio, basti pensare che nel corso degli ultimi dieci anni sono state prese in carico circa 2000 donne da parte delle tre équipes dell’ASLTO4 che si occupano della violenza alle donne sul nostro territorio.

I dati relativi al 2017 sono stati i seguenti: 188 donne di età compresa tra i 18 e i 60 anni (la nazionalità del maltrattante in 132 casi era italiana). Di queste, 178 riportavano maltrattamenti fisici e psicologici, di cui 175 avvenuti in un contesto intrafamiliare e 98 con figli minori a carico.

Nel 2019 : 165 le donne di età compresa tra i 18 e i 60 anni (la nazionalità del maltrattante in 124 casi era italiana); di queste, 143 riportavano maltrattamenti fisici e psicologici, di cui 150 avvenuti in un contesto intrafamiliare e 52 con figli minori a carico.

A questi numeri si devono aggiungere i dati rilevati dal Centro Antiviolenza Punto a Capo di Chivasso.

Le tre équipes multidisciplinari contro la violenza alle donne presenti in Canavese ormai da una decina di anni sono: Donne Oltre (Ivrea/Cuorgnè), Ametista (Chivasso), Gyné (Ciriè, Lanzo). Al loro interno operano figure di diversa professionalità, afferenti a diversi punti della Rete a cui la donna potrebbe accedere e che devono necessariamente lavorare in sinergia per garantire il corretto supporto alle vittime. L’accoglienza può avvenire in Pronto Soccorso, presso le Forze dell’Ordine, i Servizi Sociali, il Servizio di Psicologia, i Medici di Medicina Generale, tutti i Servizi Sanitari territoriali, le Associazioni che si occupano della problematica. I bisogni di salute della donna che ha subito violenza possono essere tanti quante le professionalità implicate e l’articolazione del percorso di guarigione e riabilitazione può rivelarsi complessa tanto quanto l’interazione tra tutti i soggetti coinvolti.

Attualmente la risposta che viene data sul nostro territorio si basa su interventi che rispondono molto efficacemente all’urgenza che queste situazioni portano con sé. Più complesso risulta a volte offrire una presa in carico psicologica assidua e continuativa che possa accompagnare le donne nei momenti successivi alle denunce, quando occorre trovare nuovi equilibri che toccano la propria autonomia, il piano lavorativo e spesso anche quello genitoriale. Occorre inoltre potenziare gli interventi rivolti ad una prevenzione secondaria, cercando di seguire tutte quelle situazioni di alta conflittualità di coppia che sono potenzialmente a rischio di degenerare in scenari di maltrattamento conclamato.

(testo a cura di Barbara Bessolo e Silvana Faccio)

Francesca VanoniSuccede in Canavese